Moto viaggi: Slovenia e Croazia

Quest’anno io e Faby abbiamo deciso di fare una vacanza un po’ diversa dal solito. Intanto per la prima volta la facciamo su due ruote (e già questo non è poco!), poi per la prima volta ci dirigiamo un po’ verso est, alla scoperta di un paio di paesi dove finora non siamo mai stati: Slovenia e Croazia (anche se in effetti ci concentreremo principalmente sul primo). Per aggiungere un ulteriore pizzico d’avventura, partiamo nel periodo di ferragosto senza prenotare assolutamente nulla! Decidiamo comunque già in partenza di evitare il mare e le zone costiere, presumibilmente le più affollate in questo periodo (9-18 agosto 2004), e ci dedichiamo all’esplorazione delle bellezze dell’entroterra.

Ci studiamo a grandi linee l’itinerario, utilizzando come riferimento un paio di guide turistiche e alcuni servizi pubblicati sulla rivista “Mototurismo“, poi carichiamo per bene il Tmax (aggiungendo al bauletto anche due borse laterali) e via!  :cool:

Lunedì 9 – Iniziamo subito con 400 noiosissimi chilometri di autostrada: da Piacenza a Brescia, poi A4 fino a Mestre e quindi avanti ancora fino a Trieste. Passiamo la frontiera esibendo la carta d’identità e facciamo finalmente ingresso in Slovenia, paese che solo da pochi mesi fa parte dell’Unione Europea. Al primo bancomat ci fermiamo a ritirare un po’ di contanti in moneta locale (talleri) e poi ci dirigiamo verso la nostra prima meta: le Grotte San Canziano (Skocjan) [1]. Ci troviamo infatti nella zona carsica del paese, che è particolarmente ricca di bellissime grotte. Quelle di Scocjan non sono forse le più famose in assoluto, ma sicuramente sono le più particolari e spettacolari, tanto che sono iscritte nella lista del patrimonio naturale mondiale dell’UNESCO fin dal 1986. La parte più impressionante è costituita da un immenso canyon sotterraneo (di oltre 100 metri di altezza!) sul fondo del quale scorre l’impetuoso fiume Reka. Si percorre a piedi lungo uno scivoloso camminamento di circa 2 km che comprende anche un attraversamento sopra al fiume su un ponticello a 45 metri di altezza, che ha fatto preoccupare non poco la mia Faby…
Tornati in superficie, ci dirigiamo verso Postumia (Postojna) [2] a cercare un alloggio per la notte. Dopo diversi vani tentativi (tutto pieno!) ci accontentiamo di una camera nello squallido Hotel Kras in centro…

Martedì 10 – Iniziamo la giornata visitando le celeberrime grotte di Postumia, fra le più grandi al mondo. Sicuramente molto belle e affascinanti, ricchissime di stalattiti, stalagmiti e concrezioni varie, ma anche molto più “turistiche” di quelle di Skocjan. Anche il tratto di 4 km che si percorre a bordo di un trenino elettrico, seppur divertente, fa un po’ uno strano “effetto Gardaland”… :neutral:
Una volta usciti dalle grotte, ci spostiamo a visitare il vicino castello di Predjama [3]. La Slovenia è infatti famosa anche per i suoi numerosi castelli, e questo è indubbiamente uno dei più originali. E’ impressionante soprattutto per la sua posizione, costruito letteralmente nella roccia di una parete a strapiombo, sull’imboccatura di una enorme grotta! Dopo aver visitato l’interno di questa strabiliante costruzione, pranziamo alla trattoria (gostilna, in sloveno) vicino alla biglietteria del castello e poi ci dirigiamo verso la capitale del paese, Lubiana (Ljubljana) [4].
Qui fortunatamente troviamo subito una camera dignitosa all’Hotel Park, un grande albergo poco lontano dal centro storico. Ci avanza anche il tempo per un primo giretto in città, che si rivela subito molto piacevole. Alla sera ceniamo romanticamente a lume di candela al ristorante Spajza (Gornji trg 28, vivamente consigliato, anche se non certo a buon mercato!). Tornando in albergo rimaniamo affascinati dall’atmosfera e della vita notturna di questa città, piena di locali con tavolini all’aperto illuminati da candeline che si specchiano nel fiume Ljubljanica, affollati di gente che beve, chiacchiera e ascolta bravissimi musicisti e gruppi di vario genere che si esibiscono dal vivo. Semplicemente meraviglioso!  :dance:

Mercoledì 11 – Terminiamo la visita di Lubiana, esplorando i caratteristici vicoli e mercatini della città vecchia, salendo poi al castello che la domina dall’alto (che in realtà non ha molto da offrire se non il bellissimo panorama che si gode dalla sua unica torre) ed infine rilassandoci un po’ nel grande parco Tivoli, dove incontriamo anche una coppia di simpaticissimi scoiattoli!

Giovedì 12 – Lasciamo Lubiana e ci dirigiamo verso Otocec [5], dove arriviamo un po’ in ritardo sui tempi previsti, poiché le indicazioni stradali (che da queste parti non sono decisamente il massimo…) ci hanno fatto allungare un po’ il percorso previsto. Facciamo un sosta per dare un’occhiata al bellissimo castello, costruito su un’isoletta in mezzo al fiume e oggi adibito a lussuosissimo Hotel. Avevamo una mezza intenzione di alloggiare da queste parti e di cenare al ristorante nel castello, ma alla fine decidiamo di proseguire e puntare direttamente verso la prossima destinazione: la Croazia.
Qui abbiamo in programma solo una puntatina, perché vogliamo assolutamente visitare i celebri laghi di Plitvice. Dopo essere incappati nel primo temporale del viaggio, che ci scarica addosso un bell’acquazzone, varchiamo il confine a Metlika e procediamo quindi verso Karlovac [6]. Qui cerchiamo per un po’, senza successo, qualche indicazione per proseguire il viaggio nella giusta direzione. Alla fine troviamo un gentilissimo poliziotto che ci aiuta accompagnandoci addirittura sulla giusta strada con la sua auto personale (se avessimo dovuto fare affidamento sulla segnaletica, probabilmente staremmo ancora girando adesso…). Dopo Karlovac notiamo con tristezza che da queste parti sono ancora evidenti i segni della recente guerra: alcune case crollate, altre che portano sui muri i segni inequivocabili delle esplosioni. C’è anche un luogo lungo la strada dove, fra le rovine di alcune case, ci sono una decina di carri armati abbandonati! Cose che fanno rabbrividire, ma anche riflettere…
Anche qui preleviamo al bancomat un po’ di kune, la moneta croata (eh… l’euro ci ha abituati bene) e finalmente, al termine di una trafficatissima strada (la prima trovata finora, per fortuna), arriviamo verso le 17.30 all’ingresso numero 1 del Parco Nazionale dei laghi di Plitvice [7]. I quattro Hotel presenti nel parco sono al completo, ma alla reception vicino all’ingresso c’è un ufficio che si occupa di trovare sistemazione nelle innumerevoli case private che affittano camere nella zona (occhio: non sono care, ma si paga tutto subito al momento della prenotazione e solo in contanti!). Visto il periodo e l’orario, ovviamente sono già occupate anche le case più belle e più vicine e quindi ce ne tocca una a diversi chilometri di distanza, lungo una stradina orribile di campagna. Anche la casa è piuttosto triste e spoglia, con la padrona che – seppur gentile – parla praticamente solo il croato!  :eek:

Venerdì 13 – Il giorno dopo, la visita dei laghi di Plitvice ci ripaga comunque dei disagi dell’alloggio: una meraviglia assoluta! Anche questo parco fa parte del patrimonio dell’UNESCO fin dal 1979. Si tratta di un complesso di 16 laghi di varia misura, tutti collegati fra loro da più di 90 cascate, la più alta delle quali fa un salto di ben 78 metri! Il tutto immerso in magnifici boschi, con un acqua limpidissima e dai colori meravigliosi nella quale nuotano tranquillamente un sacco di pesci. Peccato soltanto che non ci si possa farce il bagno, perché sono proprio invitanti!  :mrgreen: La visita comprende un lungo camminamento su appositi sentieri e passerelle, con alcuni tratti che possono essere percorsi con apposite imbarcazioni e trenini (compresi nel prezzo d’ingresso). Da qualsiasi parti ci si giri, c’è da rimanere incantati da tanta bellezza. Veramente un prodigio della natura! Prima di lasciare il parco, ammiriamo una simpatica famiglia olandese: il marito con un’immensa Honda Goldwing, la moglie con un’altra Goldwing dotata di sidecar occupato dal figlioletto: mitici!
C’è da dire che noi ci siamo presi una giornata intera per la visita, ma in effetti per il percorso “standard” bastano 4 o 5 ore al massimo, quindi sarebbe stato meglio arrivare qui la mattina (per trovare un alloggio migliore) e fare il giro nel pomeriggio, fermandosi a dormire una sola notte.
Alla sera arrivano molte preoccupanti nuvole nere, ma fortunatamente il temporale e la pioggia si sfogano durante la notte…

Sabato 14 – Rientriamo in Slovenia passando dalla frontiera di Bregana, vicino a Zagabria. Poco più avanti, dopo aver litigato ancora un po’ con la segnaletica stradale, arriviamo a Brezice [8], dove ci fermiamo per il pranzo e per visitare il castello, che però troviamo chiuso perché l’orario per le visite è solo fino alle 14.00… Visto che la cittadina di Brezice non ha praticamente nient’altro da offrire, ci dirigiamo allora al castello successivo in programma, quello di Podsreda [9]. Molto bello e in posizione panoramica, una volta trovata la stradina per arrivarci  :!: parcheggiamo lo scooter e procediamo alla visita dell’interno. Scopriamo purtroppo che la cappella del castello, che la nostra guida dice essere il luogo più bello, è chiusa (per restauro, se non ho capito male).
Lasciato il castello, proseguiamo (prendendoci ancora un altro temporale lungo la strada) fino a Ptuj [10], una delle città più antiche della Slovenia. Qui troviamo una camera in centro, all’Hotel Mitra, (camera che purtroppo non è assolutamente all’altezza della carinissima facciata e della hall…) e procediamo alla visita del centro storico. Si tratta di una visita veloce, poche vie e un paio di piazzette, però veramente belle. Alla sera ci concediamo un’altra romantica cenetta a lume di candela al ristorante Ribic, i cui tavolini all’aperto si affacciano sul fiume Drava.

Domenica 15 – Terminiamo la visita di Ptuj salendo a visitare il castello. All’inizio temiamo di trovarlo chiuso, visto che è il giorno di ferragosto, ma poi finalmente (anche se con una mezz’ora di ritardo) ci aprono e possiamo così visitare le interessanti sale interne (ricche di arredi, armi antiche e anche strumenti musicali d’epoca) e ammirare lo splendido panorama che si può vedere tutto intorno dal cortile. Lasciamo quindi Ptuj e ci dirigiamo direttamente a Bled [11], una delle più rinomate località turistiche della Slovenia. Questa volta decidiamo di prendere l’autostrada, così almeno eviteremo di perderci altre 40 volte seguendo i cartelli…  :mad:
Fa un piacevole effetto vedere un’autostrada quasi deserta a ferragosto, anche se poi ci tocca fare ugualmente un po’ di coda a causa di un incidente stradale… Arrivati a Bled, riusciamo con un po’ di fortuna (finalmente!) a trovare una camera in una bellissima pensioncina abbastanza vicina al centro. Devo dire che Bled è un posto veramente incantevole, con il suo lago, l’isola con la chiesetta, il castello arroccato su un dirupo, il verde dei boschi e le Alpi Giulie da cornice! Nel pomeriggio ci facciamo l’escursione a piedi tutto intorno al lago (6 km circa) che ci permette di ammirarne l’acqua limpidissima, dove si può fare tranquillamente il bagno, e i bellissimi scorci paesaggistici.

Lunedì 16 – Oggi lasciamo il Tmax a riposo e facciamo ancora un paio di escursioni a piedi: innanzitutto saliamo al castello (molto bello, così come il panorama sul lago) e poi andiamo a visitare la gola di Vintgar, un bellissimo percorso di 1,6 km da fare a piedi su una passerella in legno costruita in questa stretta gola sul fondo della quale scorre il limpido e impetuoso fiume Radovna, con una serie di rapide e una cascata finale. Infine, tornati a Bled, ci concediamo anche la classica gita in barca a remi sull’isoletta del lago, dove non possiamo evitare di tirare la corda della campana della chiesetta, che dicono abbia il potere di esaudire i desideri di chi la fa suonare!  :smile:

Martedì 17 – La mattina successiva riprendiamo lo scooter e ci spostiamo da Bled entrando nel Parco Nazionale del Triglav, fino al vicino (26 km) lago di Bohinj [12], più grande di quello di Bled e anche meno affollato, ma altrettanto bello. Qui facciamo un’escursione a piedi fino alla cascata Savica, alta 60 metri, che si raggiunge salendo una scalinata di oltre 550 gradini che portano fino al punto di osservazione. Al ritorno dalla cascata incontriamo lungo il sentiero un grosso scoiattolo nero che ci osserva prudentemente da un albero.
Volendo ci sarebbe anche una funivia per salire sul monte a vedere il panorama (che da lassù dev’essere veramente notevole), ma noi ripartiamo perché vogliamo andare a visitare un’altra località: Skofja Loka [13]. Ci fidiamo delle indicazioni stradali (una buona volta che ci sono!) e… facciamo male! Infatti i cartelli ci fanno passare come se niente fosse su uno sterrato di montagna di 16 km, quando si poteva benissimo passare su un’altra strada asfaltata lunga solo un paio di km in più! Come se non bastasse, una volta arrivati a destinazione scopriamo anche che Skofja Loka non è nemmeno niente di così particolare. Nonostante si tratti di una delle città più antiche della Slovenia e nonostante la nostra guida ne decanti la bellezza del centro storico, noi sinceramente tutta questa meraviglia non ce l’abbiamo trovata… Anche l’imponente rocca medievale, che domina la città dall’alto, ospita solamente un museo. Rientriamo quindi a Bled per trascorre l’ultima notte di vacanza nella nostra graziosa cameretta.

Mercoledì 18 – Carichiamo per l’ultima volta lo scooter e ci mettiamo in viaggio. Passiamo da Kraniska Gora (rinomata località sciistica) e rientriamo nel Parco Nazionale percorrendo la strada del Passo Vrsic (1.611 m) [14] con i suoi 49 tornanti numerati e lo splendido panorama delle Alpi Giulie intorno. L’asfalto è buono nel versante sud, da denuncia in quello nord, dove i tornanti sono addirittura pavimentati coi cubetti di porfido! Passiamo poi da Bovec (altra località sciistica) e arriviamo a Caporetto (Kobarid) [15] dove facciamo una sosta. Andiamo a visitare il museo che documenta le orribili vicende di guerra avvenute su questo fronte durante il primo conflitto mondiale, quindi saliamo a piedi fino al sacrario che ospita le spoglie di oltre 7.000 soldati italiani, molti dei quali senza un nome. Sicuramente questo è uno di quei posti che tutti gli italiani dovrebbero vedere, soprattutto quelli della nostra età che per fortuna non hanno vissuto la guerra di persona, e che dimostra quanto in realtà sia falso che “la storia è maestra di vita” (ripenso alle case crollate che ho appena visto in Croazia, per esempio)… :sad:
Per risollevarci un po’ il morale pranziamo al “Topli Val”, un ottimo ristorante situato nel centro del paese che serve pesce cucinato in modo eccellente!
Ci rimettiamo poi in sella e ci dirigiamo verso la vicina frontiera, dalla quale rientriamo in Italia. Passiamo da Cividale del Friuli e da Udine, dove prendiamo l’autostrada per il tragitto finale verso Mestre, Brescia e Piacenza.

Per concludere, devo ovviamente complimentarmi con la mia Faby, bravissima passeggera, e anche con il fido Tmax, che ci ha portati a spasso per 2.000 km, carico come un mulo, senza accusare il minimo inconveniente!  :clap:

Note turistiche:

  • Le strade, sia in Slovenia che in Croazia, fanno generalmente abbastanza pena… L’asfalto è spesso ondulato e pieno di buche o rappezzamenti. Anche la segnaletica lascia spesso a desiderare, quindi è indispensabile procurarsi una cartina ben dettagliata della zona. Noi ne avevamo una che riportava solo le strade e i paesi principali, e ci è capitato parecchie volte di prendere la strada sbagliata a causa di indicazioni ambigue, inutili o del tutto assenti agli incroci! In compenso, visto che il territorio è quasi interamente collinare, quasi tutte le strade hanno un tracciato ricco di curve, motociclisticamente piacevoli, e un paesaggio incantevole. Anche il traffico, almeno per quanto abbiamo potuto vedere in questi giorni, è sempre piuttosto scarso.
  • La benzina costa meno che da noi (e con i prezzi che ci sono in questo periodo e i consumi del Tmax, la cosa non guasta di certo).
  • Per quanto ci riguarda si è sempre mangiato benissimo, e anche le trattorie hanno prezzi un po’ più bassi che in Italia, soprattutto se ci si allontana un po’ dai centri turistici.
  • Per gli sportivi la Slovenia offre parecchie occasioni per fare un po’ di movimento: dal trekking alla mountain-bike (eventualmente noleggiabile sul posto) all’equitazione, fino ad attività più “avventurose” come il rafting, il kayak, il canyoning, l’alpinismo, il parapendio, ecc. Per chi invece ama il gioco d’azzardo, in tutte le principali località della Slovenia si può trovare un casinò (avviso ai motociclisti: non so se vi fanno entrare con la tuta in pelle…).
  • In Slovenia e Croazia la lingua solitamente non è un problema, perchè molti parlano (o almeno capiscono) anche l’italiano, ma sicuramente un po’ d’inglese aiuta sempre.

Lunghezza dell’itinerario proposto: 2.000 km circa in totale da Piacenza a Piacenza.
Lunghezza dell’itinerario (solamente il tragitto all’estero): 1.200 km circa

ViaggiPermalink

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