L’omino delle foglie

Non è tanto alto. Ha i capelli bianchissimi e un po’ arruffati, a occhio e croce una settantina d’anni. E’ sempre vestito in modo normale, un po’ anonimo, come tanti altri pensionati, e passa quasi tutte le mattine davanti alle finestre del mio ufficio, sull’altro lato della strada, con il suo giornale sotto al braccio.

A fianco di quel marciapiede c’è la recinzione di una scuola, un muretto con sopra una siepe molto alta, sarà quasi tre metri.
Questo signore ogni volta che passa, piano piano, continua ad osservare questa siepe e ad infilarci una mano dentro. Le prime volte che l’ho notato mi incuriosiva, ma non riuscivo a vedere bene cosa facesse. Poi un giorno finalmente ho capito: toglie le foglie secche dalla siepe!

Ci mette almeno dieci minuti a fare quei venti metri. Infila la mano fra i rami e tira fuori pazientemente tutte le foglie secche da quella siepona alta il doppio di lui.
Prende le foglie e le butta a terra.
Tutti i giorni.
Da mesi.

Non so chi sia e nemmeno perchè ci tenga tanto a ripulire una siepe che sicuramente non è sua.

In ufficio lo chiamiamo “l’omino delle foglie”.

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