Homebrewing: lo sgabello riscaldante

Lo so che il titolo non è un granché, ma visto che l’oggetto in questione ha suscitato un certo interesse, vado a descrivere nel dettaglio lo sgabello che avevo illustrato in un precedente articolo.

Facciamo un passo indietro. Per la fermentazione della birra è fondamentale che la temperatura rimanga in un certo range (18/22° per i lieviti ad alta fermentazione) e spesso è ancora meglio se si riesce a mantenere ad un valore preciso e stabile a seconda delle caratteristiche aromatiche che si vogliono ottenere. Io il fermentatore lo piazzo in cantina, dove d’inverno la temperatura oscilla fra i 12 e i 14 gradi, per cui devo in qualche modo riscaldarlo. A questo scopo esistono delle apposite fasce riscaldanti (“brew belt”), in pratica delle semplici resistenze elettriche isolate da avvolgere intorno al contenitore. E funzionano bene, ma è difficile mantenere una temperatura stabile perché a volte scaldano troppo e allora bisogna tenerle d’occhio spesso, staccarle e riattaccarle, spostarle in alto o in basso… un tormento!
La soluzione? Ovviamente un termostato. Un semplice apparecchietto che misura la temperatura del fermentatore con una sonda e pilota la brew belt di conseguenza, accendenola e spegnendola quando serve per mantenere la temperatura impostata. Tranquillo e rilassante!

La fascia riscaldante è una delle prime cose che ho comprato, il termostato l’ho aggiunto l’anno scorso, e visto che adesso mi serviva anche un supporto dedicato su cui appoggiare il fermentatore, ho deciso di unire le tre cose e il risultato è il famoso sgabello.

Si tratta di un normalissimo sgabello “Frosta” di Ikea, che ho modificato aggiungendo un pannello in legno sul quale ho montato il termostato STC-1000 che avevo comprato su Ebay (da Hong Kong, fate una ricerca e lo trovate…). Il pannello, casualmente dello stesso colore del legno dello sgabello, è in compensato da mezzo cemtimetro, e l’ho fissato sotto alla seduta con due supporti angolari metallici e qualche vite. Sempre sotto alla seduta, sugli altri tre lati, ho messi dei ganci fermatubi che mi consentono di arrotolare parzialmente (o anche del tutto, quando non in uso) i cavi che escono dal termostato, in modo che tutto rimanga bene in ordine come piace a me!

Un ultimo accenno ai collegamenti elettrici: innazitutto tenete presente che il termostato non viene fornito con alcun tipo di cablaggio, se non la sonda di temperatura, ma ha solo una morsettiera sul retro a cui collegare i cavi che bisogna costruirsi. Serve un cavo per l’alimentazione del termostato stesso (220V) e uno a cui collegare la fascia riscaldante. Quest’ultimo terminerà quindi con una presa elettrica ad un capo, ma anche con una spina dall’altro per collegarsi alla rete elettrica, e nel mezzo ci sta il termostato che apre e chiude il circuito. Infatti il termostato NON alimenta direttamente gli apparecchi a cui è collegato, ma fa solo da interruttore mediante un relé. Tra l’altro il termostato dispone sia di un relé per il riscaldamento, sia di uno per il raffreddamento, per cui se ad esempio avessimo realizzato una camera di fermentazione modificando un frigorifero, si potrebbe farlo accendere e spegnere anche questo in modo automatico.

Ok, per concludere ecco un po’ di foto, che probabilmente riescono ad illustrare tutto meglio di tante parole. Fra le foto c’è anche un disegnino dello schema elettrico che ho fatto io per il collegamento di cui parlavo sopra, tanto per capirci meglio (ho usato una morsettiera per unire i cavi). Un paio di immagini mostrano anche come viene attaccata la sonda termometrica al fermentatore. Io la fisso con un pezzetto di nastro, avendo cura di farla coincidere con la zona non riscaldante della fascia. Inoltre io la copro con un pezzo di polistirolo appositamente sagomato, in modo da isolarla maggiormente dall’ambiente esterno ed avere quindi un rilevamento più preciso.

Ho parlato di questo sgabello anche in questo video su YouTube.

BirraPermalink

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