Anche se in clamoroso ritardo (ormai s’è già iniziata la stagione 2016/2017…), pubblico come di consueto un veloce resoconto delle birre prodotte nella scorsa stagione. Cliccate qui per vedere il video corrispondente sul mio canale YouTube.
Captain America 4.0
La mia classica – e tutto sommato semplice – American Amber Ale. Una delle mie birre preferite, ma sulla quale finisco ogni anno per mettere mano alla ricetta, anche se con leggerezza. Questa volta ho eliminato il malto carapils che avevo aggiunto in passato, tornando al grist originale. Ho anche eliminato la gittata di luppolo a 20 minuti e spostato a 5 minuti quella a 10.
Non sto ad aggiungere altro su questa birra che ho già recensito e descritto più volte in passato. Dico solo che questa volta il risultato è stato leggermente diverso dal solito, non saprei dire se migliore o no, ma mi piace comunque tanto, e quindi va bene così… Fatto sta che ho già in mente altre modifiche da fare per la versione 5.0…
Note di produzione:
Cotta n° 41 del 25/10/2015 – OG: 1,051 – FG: 1,012 – Alcol: 5,5% Vol.
Tecnica: all-grain BIAB con mash a 65° C.
Fermentazione: 2 settimane da 20° a 22° C senza travasi intermedi.
Imbottigliati 14,16 litri.
Spiderman IPA 3.0
Un’altra birra che sta diventando un classico, ma che ancora non riesco a fare come la vorrei. Quest’anno ho mantenuto lo stesso grist dell’anno scorso e anche lo stesso lievito (S-33). Ho invece sostituito il luppolo Fuggle con l’Hallertau, sempre affiancato all’Est Kent Goldings, con il quale stavolta ho fatto anche un Dry Hopping. Purtroppo la fermentazione si è bloccata anche quest’anno a una densità di 1,022, e a differenza dell’anno precedente stavolta non ne ha voluto sapere di smuoversi nemmeno alzando la temperatura fino a 22°. E come al solito dopo qualche mese in bottiglia si è sviluppata una carbonazione eccessiva, peccato.
A parte questo difetto e quello di una leggera dolcezza residua a causa della scarsa attenuazione, la birra non è niente male. Purtroppo è peggiorata abbastanza vistosamente dopo pochi mesi. In ogni caso, anche qui ci sono ulteriori modifiche in vista…
Note di produzione:
Cotta n° 42 del 22/11/2015 – OG: 1,062 – FG: 1,022 – Alcol: 5,8% Vol.
Tecnica: all-grain BIAB con mash a 66° C.
Fermentazione: 2 settimane da 20° a 22° C con travaso intermedio dopo una settimana.
Imbottigliati 14,16 litri.
Zagor 2.0
Terzo classico del mio repertorio, questa American Wheat, rifatta pari pari come negli anni precedenti (e chi la tocca!) e infatti resta ferma alla versione 2.0. Anche questa già recensita più volte, per cui non mi dilungo. Resta una delle birre più apprezzate da chi assaggia le mie produzioni… e anche da me!
Note di produzione:
Cotta n° 43 del 15/12/2015 – OG: 1,044 – FG: 1,011 – Alcol: 4,7% Vol.
Tecnica: all-grain BIAB con mash a 67° C (più 15 minuti a 50° per protein rest).
Fermentazione: 3 settimane da 20° a 21,5° C senza travasi intermedi.
Imbottigliati 15 litri.
Silver Surfer
E arriviamo finalmente alla prima new entry della stagione. Una birra nata per essere semplicissima, ma comunque non banale. Una cosiddetta SMASH (single malt and single hop), ovvero fatta con un solo malto e un solo luppolo. Però ho scelto un malto e un luppolo un po’ insoliti, ovvero il Vienna e Sorachi Ace, rispettivamente. Anche il lievito è un po’ particolare, provato per la prima volta: il Mangrove Jack’s M10 Workhorse (rigorosamente secco!). Aggiungiamo un mash a 65° e una gradazione alcolica leggera e otteniamo una birra assolutamente beverina e rinfrescante, profumata ma delicata, perfetta per l’estate. Magari non una birra da concorso (non segue nemmeno uno in stile particolare), ma decisamente promossa!
Note di produzione:
Cotta n° 44 del 17/01/2016 – OG: 1,041 – FG: 1,013 – Alcol: 4% Vol.
Tecnica: all-grain BIAB con mash a 65° C.
Fermentazione: 2 settimane da 20° a 22° C senza travasi intermedi.
Imbottigliati 18,5 litri (grazie ad una diluizione di 3 litri d’acqua in fermentatore).
Catwoman
La seconda birra nuova della stagione è questa Sweet Stout. Non mi ero mai cimentato con questo stile e devo dire che come prima prova sono piuttosto soddisfatto del risultato. Fatta con una buona dose di malti scuri, ma senza note torrefatte troppo aggressive, un po’ di fiocchi d’avena a dare morbidezza, un po’ di lattosio a dare dolcezza… Luppolatura leggera e solo per l’amaro (EKG) e lievito secco Mangrove Jack’s M07 British Ale completano il quadro. Alla fine la birra non è poi tanto dolce, a dire il vero, ma per quanto mi riguarda va benissimo così. Peccato per una carbonazione un po’ eccessiva (formatasi spontaneamente dopo un po’ di tempo in bottiglia), ma per il resto OK.
Note di produzione:
Cotta n° 45 del 21/02/2016 – OG: 1,060 – FG: 1,016 – Alcol: 6,1% Vol.
Tecnica: all-grain BIAB con mash a 65° C.
Fermentazione: 3 settimane da 20° a 21° C senza travasi intermedi.
Imbottigliati 15 litri.
Thor Belgian Strong Ale
E ritorniamo ai classici, dove la mia Thor non può certo mancare, e infatti rieccola qua. Questa volta ho azzardato una piccola modifica nella ricetta, aggiungendo un pochino di luppolo anche da aroma (Cascade). Forse, per paura di fare danni, ne ho messo fin troppo poco. E infatti non si sente proprio… Vabbé, poco male.
Devo dire che questa volta, pur essendo comunque una buona birra, è leggermente inferiore alle precedenti. Diciamo che si sente un po’ troppo l’alcol, con leggeri sentori di solvente che non avevo mai riscontrato in precedenza. Nulla di drammatico, si beve lo stesso che è una bellezza, ma il difettino c’è…
Note di produzione:
Cotta n° 46 del 13/03/2015 – OG: 1,062 – FG: 1,012 – Alcol: 7,1% Vol.
Tecnica: all-grain BIAB con mash a 66° C.
Fermentazione: 3 settimane a 20° C senza travasi intermedi.
Imbottigliati 15,8 litri.
Wolverine Ale
Una nuova evoluzione/rivoluzione nella ricetta di questa birra-laboratorio, che ogni volta si ripropone con nuove sperimentazioni. Questa volta abbiamo cinque diversi malti, un solo luppolo (Pacific Gem) e lievito Mangrove Jack’s M03 Newcastle Dark Ale. Rispetto alla precedente ho anche aumentato l’OG e aggiunto un’aromatizzazione con scaglie di legno nel fermentatore. Una parte della birra è stata inoltre ulteriormente aromatizzata con spezie al momento di imbottigliare, per trasformarla in una birra di natale!
Sarebbe anche un’ottima birra, per quanto mi riguarda (a distanza di alcuni mesi ha tirato fuori un aroma di frutta rossa che mi fa impazzire), peccato che la fermentazione si sia bloccata inesorabilmente ad una FG di 1,020, salvo poi riprendere evidentemente in bottiglia, tanto da manifestarsi con sovracarbonazione e gushing a fontana all’apertura delle bottiglie stesse…
Al momento non mi pronuncio sulla versione “Xmas”, perché devo ancora assaggiarla!
Note di produzione:
Cotta n° 47 del 08/04/2016 – OG: 1,061 – FG: 1,020 – Alcol: 5,7% Vol.
Tecnica: all-grain BIAB con mash a 65° C.
Fermentazione: 3 settimane da 20° a 22° C senza travasi intermedi.
Imbottigliati 15,66 litri.
Alan Ford Belgian Ale
E chiudiamo con la solita birra fatta a fine stagione con gli avanzi, mettendo insieme le rimanenze di malti e luppoli rimasti in casa! Quest’anno ci sono finiti dentro ben 7 malti diversi, un paio di luppoli e il solito lievito Fermentis T-58 che giustifica la definizione di belgian ale…
E come al solito, nonostante le premesse, ne è venuta fuori una delle birre migliori del lotto… Piacevole, gustosa, equilibrata, di bell’aspetto e priva di difetti!
Note di produzione:
Cotta n° 48 del 10/05/2015 – OG: 1,053 – FG: 1,012 – Alcol: 5,8% Vol.
Tecnica: all-grain BIAB con mash a 66° C.
Fermentazione: 2 settimane a 20° C senza travasi intermedi.
Imbottigliati 16,4 litri (grazie ad una diluizione di 1,5 litri d’acqua in fermentatore).
Conclusioni
8 cotte e 125 litri prodotti in totale, quantità leggermente superiore al consueto grazie ad una nuova tecnica che ho adottato (filtrare il mosto con una seconda sacca BIAB al momento di versarlo nel fermentatore) che mi consente di sprecarne il meno possibile e di imbottigliare almeno un litro in più per ogni cotta. Inoltre in alcune cotte, quelle con OG più bassa, ho anche sperimentato con successo una piccola diluizione d’acqua nel fermentatore, cosa che ripeterò sicuramente in futuro.
Come qualità delle birre, in generale non mi posso lamentare e direi anzi che mi soddisfa, al netto dei difetti che purtroppo alcune presentano. In due o tre casi si è nuovamente presentato il problema delle fermentazioni bloccate, che poi hanno finito per ripartire una volta in bottiglia (complici le temperature estive della cantina) causando sovracarbonazione. Non riuscendo a dare una spiegazione – e quindi a trovare una soluzione – a questo fenomeno, per la nuova stagione mi sono messo in casa un paio di bustine li lievito extra da aggiungere nel fermentatore in caso di emergenza…
Ovviamente, da bravo perfezionasta ipercritico e perennemente insoddisfatto, continuo a sostenere che ci sia sempre spazio per migliorare i propri prodotti, quindi sotto con le nuove birre e con le modifiche alle ricette già sperimentate. La nuova stagione è cominciata e la prima birra è già in bottiglia!