Homebrewing: la draught

…detta anche “innominata” o “svuotadispensa”. :D

Visto che le temperature della cantina a fine aprile, dopo l’ondata di caldo anomalo di quest’anno, erano tornate a valori accettabili (per i lieviti….) e che mi erano avanzati alcuni ingredienti dalle produzioni precedenti, ho improvvisato quest’ultima cotta stagionale prima della “pausa estiva”.

Avevo a disposizione un po’ di luppolo, un po’ di malto crystal in grani, ma solo 300 grammi di estratto di malto secco! Impensabile fare un ordine online solo per acquistare un po’ di estratto, quindi ho deciso di comprare un kit di malto luppolato ed “elaborarlo” con quello che avevo in casa. Ho preso allora un kit Coopers Draught, motivo per cui questa birra la chiamo Draught, anche se in realtà il risultato sarà piuttosto diverso da quello del kit di partenza, che il produttore dichiara di avere un “aroma floreale e suggerimenti di malto con delicata luppolatura che danno risalto a un retrogusto leggermente amarognolo”.

Ho iniziato macinando e mettendo in infusione i 400 g di malto crystal in un paio di litri d’acqua calda per 30 minuti, come se stessi facendo un E+G. Tolto il sacchetto con i grani, ho aggiunto i 300 g di estratto secco insieme a un kg di un mix di estratto di malto e destrosio (che pure avevo in casa) ed ho fatto bollire per qualche minuto. Infine ho spento il fuoco ed ho aggiunto il contenuto del kit. Ho quindi versato il tutto nel fermentatore e completato con acqua fredda fino ad una quantità complessiva di 22 litri (uno in meno di quanto previsto dal kit, per avere aromi un po’ più intensi). Anche per qunto riguarda il lievito, avevo in casa una bustina di Fermentis S-33 che mi avanzava e quindi l’ho usato al posto di quello del kit!

Dopo qualche giorno di fermentazione, ho trasferito il mosto in un secondo fermentatore, aggiungendo anche 28 grammi di luppolo Styrian Goldings in “dry hopping”. Questa tecnica consiste appunto nell’aggiungere il luppolo direttamente nel fermentatore secondario, quindi senza alcuna bollitura, e lasciarlo li in infusione fino al momento di imbottigliare, comunque almeno una settimana. In questo modo viene rilasciato un aroma notevole alla birra. Il luppolo viene inserito in un apposito sacchettino (hop bag) in modo da poter essere facilmente rimosso senza lasciare residui. Non avevo mai provato questa tecnica, ed ho approfittato di questa cotta improvvisata per fare anche questo esperimento! E meno male, perché ho scoperto che il peso che ho inserito nel sacchetto per farlo andare a fondo non era abbastanza pesante, e il luppolo è rimasto a galla (e non è il massimo…). Pazienza. Dopo otto giorni ho imbottigliato, aggiungendo 105 grammi di zucchero per il priming.

Beh, alla fine ero proprio curioso di assaggiare il risultato, e devo dire che ne è uscita una birretta niente male! Colore ambrato, carbonazione e schiuma ok, non troppo corposa e quindi abbastanza “beverina”, con un bel profumo di luppolo dato dal dry hopping, ma senza essere ecessivamente amara.

Draught

Se dovessi catalogare questa birra, sinceramente non saprei in quale stile inserirla (non sono esperto di birre fino a questo punto!), però sono soddisfatto del risultato, e questo è quello che mi interessa, soprattutto per il fatto di essere appunto una ricetta improvvisata con quello che mi era rimasto in casa!

OG 1.048
FG 1.013
Alcool 5,0 % vol.

BirraPermalink

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