Pantaloni

Cristina ChiabottoCare ragazze, va bene la moda, va bene tutto, ma mi spiegate chi ve lo fa fare di mettervi quelle specie di bermuda/pinocchietti attillatissimi e con la cintura a filo-pelo, che riescono a far sembrare il culo basso anche a anche Cristina Chiabotto?

E mi riferisco in particolare a voi che non avete nemmeno lontanamente il fisico della Chiabotto…

:think:

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La prima volta in internet

Stavo cercando di ricordare la prima volta che mi sono collegato a Internet.
Penso che fosse il 1996 o al massimo inizio 1997 e a quell’epoca gli abbonamenti a internet erano ancora tutti a pagamento: si pagava una (discreta) sommetta al provider solo per avere l’accesso, e in più si pagava la telefonata con il modem. Ed era già un lusso se la chiamata era urbana!
Io all’epoca avevo un PC col mio bel Windows 95 e un lussuoso modem interno a 28,8 Kb/s.

(Se non avete idea di cosa voglia dire navigare con un modem a 28,8, provate l’emulatore…)

Come abbonamento usai una delle prime risorse a basso costo allora disponibili: la rivista mensile di Italia Online (IOL), all’interno della quale c’erano dei codici che consentivano di collegarsi gratuitamente – telefonata a parte – per 30 minuti al giorno. Andai avanti per un bel po’ con quel sistema, fino a quando cominciarono a comparire i primi abbonamenti gratuiti come Libero (che poi nacque dall’acquisizione della stessa IOL). La pubblicazione della rivista venne quindi terminata e io mi abbonai appunto a Libero. In seguito passai anche a modelli più evoluti di modem, tipo un bel 33,6 e poi un favoloso 56K!

Oggi, beh, oggi si va di ADSL flat ed ovviamente le cose sono cambiate enormemente in meglio, però è una bella nostalgia ripensare a dieci anni fa e a quei 30 minuti giornalieri sfruttati al massimo per vedere siti, inviare e scaricare mail e newsgroup (da leggere e scrivere rigorosamente offline, ovviamente), ecc.

E adesso che ci penso, proprio 10 anni fa – e proprio grazie a materiale trovato su internet – stavo completando la costruzione del mio mitico volante con pedaliera e la pubblicazione online delle relative istruzioni in italiano sul mio primissimo sito web!
E qui ci scappa una lacrimuccia…

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Cari negozianti…

…se la roba in saldo ormai è finita (fatevene una ragione, quei quattro stracci orribili e di taglie assurde che vi sono rimasti ancora in casa non li venderete MAI), almeno degnatevi di mettere fuori quella nuova, cacchio! :evil:

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Finalmente un grande ritorno in TV!

Camera café

Altro che Heroes, macché Dottor House…

Qualcuno sa se esiste un “Paolo Bitta fan club”, che mi voglio iscrivere? :mrgreen:

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Telecomandi

Dopo quello utilissimo per i bambini, non potete farvi mancare quello per il partner! :crazy:

“No batteries required: powered by postive thinking!”

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IrDA USB e porte COM

Mi sono trovato recentemente a risolvere un problemino informatico apparentemente semplice, ma in realtà piuttosto insidioso. Magari la cosa può essere utile a qualcun altro, quindi ho pensato di trascrivere brevemente problema e soluzione:

IrDASupponiamo di avere un PC Windows con un’interfaccia IrDA (infrarossi) USB, o magari di averla integrata in un notebook.
Supponiamo poi di avere un programma che utilizza la porta infrarossi, tipo quelli per la gestione dei telefoni cellulari (tipo quello del Samsung SGH-S500 di Faby, tanto per fare un esempio…), che nelle impostazioni del suddetto collegamento preveda solamente l’indicazione di una porta COM!
Ovviamente l’IrDA su USB non corrisponde ad alcuna porta COM, per cui risulta totalmente invisibile al software in questione (nonostante il cellulare venga regolarmente riconosciuto da Windows).

Soluzione: assegnare una porta COM a una periferica USB è impossibile, ma ho trovato un programmino gratuito in grado di creare una COM virtuale sulla quale vengono reindirizzati automaticamente i dati dell’IrDA USB! Si chiama IrCOMM2k e, nonostante sia un po’ vecchiotto, funziona alla perfezione! Testato su XP SP2.

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